CASTRUCCIO E IL SUO TEMPO
All’inizio del XIV secolo si afferma anche a Lucca l’istituzione della Signoria e l’antico comune economicamente molto prospero tra la fine dell’undicesimo e la fine del tredicesimo secolo, dopo i tracolli finanziari del casato dei Ricciardi e i tumulti locali dell’inizio del ‘300, passa sotto un’unica signoria nella persona di Castruccio Castracani degli Antelminelli, duca di Lucca dal novembre 1327. Questo notissimo personaggio della storia lucchese, le cui gesta sono descritte anche da Niccolò Machiavelli che vide in lui il Principe perfetto, fu certo di una grandezza politica e militare indiscussa, ma il suo operato dette luogo anche a quelle tristi vicende di cui, ancor oggi, chi voglia studiare questo periodo della storia lucchese deve tener conto. Una prima funesta data fu quella del 14 giugno 1314 quando il pisano Uguccione della Faggiola, con le sue milizie ma anche con Castruccio, sottomise e conquistò Lucca, incendiando, devastando e distruggendo gran parte della memoria storica di questo periodo. La successiva alleanza di Castruccio con Lodovico il Bavaro e l’ incoronazione di quest’ultimo ad imperatore nel gennaio del 1328, dopo la disfatta dei fiorentini nella battaglia di Altopascio, consacrò il potere castrucciano che fu però di breve durata. Nello stesso anno della nomina ad imperatore di Lodovico, dopo solo otto mesi, Castruccio morì improvvisamente per un attacco di malaria nella sua ”Augusta”, una fortezza fatta costruire a simbolo del suo potere, protetta da ventinove torri, circondata da un fossato e che si estendeva per un quinto della città , dall’attuale piazzale Verdi- piazza S.Giusto a via dei Fossi. Era insomma un vera fortezza dentro l’altra fortezza, costituita dalla cinta muraria, che identificava un diverso luogo di potere rispetto a quello del governo degli Anziani. Dell’edificio dell’Augusta non rimase traccia poiché fu distrutto il 3 aprile 1370 quando, come spesso accade, cambiata forma di governo, si cerca di cancellare il simbolo più significativo del passato potere. Ne resta però una descrizione chiara e completa nel terrilogio del 1412 della famiglia Guinigi poiché viene citato e descritto in quanto il bene era passato in eredità a Caterina Castracani, discendente di Castruccio ma anche prima sfortunata moglie-bambina del futuro signore di Lucca Paolo Guinigi. Se vogliamo in questo periodo cercare il primo esempio di villa lucchese, la memoria storica ci riporta nuovamente al nome del grande condottiero e più specificatamente, secondo gli ultimi studi, a quello della moglie Pina che nel 1324 diede inizio alla prima opera di tal genere a Massa Pisana, certo in quel contesto nel quale oggi possiamo ammirare un esempio dell’eccellenza lucchese nel settore ricettivo rappresentato dalla splendida e lussuosa struttura denominata Villa Principessa.
La morte improvvisa di Castruccio portò a uno dei momenti più oscuri e tristi della storia lucchese: la città preda di saccheggi, ruberie e scorribande di ogni sorta, fu terra di conquista per quaranta lunghi anni, nessun casato lucchese, nessun singolo condottiero seppe tener testa all’avidità di famiglie di altre città né alle mire espansionistiche di Pisa e di Firenze. I figli di Castruccio, Arrigo e Valleranno, non furono all’altezza del compito che il loro nome gli aveva assegnato; nonostante potessero contare su di una successione di tipo monarchico furono immediatamente esautorati da ogni potere, cacciati e la città nel 1329 fu nuovamente saccheggiata con la conseguente distruzione di tutta la documentazione che dopo il 1314 era andata riformandosi. A questo si aggiunse la terribile notte del 25 settembre 1333 nella quale i figli di Castruccio rientrarono in Lucca con l’intento, oltre che di vendicarsi, di distruggere tutte le carte a loro relative e soprattutto quelle inerenti il loro forzato esilio dalla città. Tre terribili episodi di saccheggi, distruzioni e incendi di carte pubbliche in meno di trent’anni che ebbero dunque come conseguenza la perdita di gran parte delle fonti documentarie e quindi della memoria storica. Questo triste momento della storia lucchese segnato da ulteriori scontri, spargimenti di sangue, rivalità, agitazioni e tumulti deve però essere anche felicemente ricordato per quella data di estrema importanza, l’8 aprile 1369, nella quale Carlo IV di Boemia, con un decreto imperiale sanciva la libertà di Lucca togliendo a Pisa, dopo ventisette anni, ogni diritto e privilegio sulla vicina e nemica città. Il prezzo da pagare fu ovviamente altissimo: trecentomila fiorini, che, anche se rateizzati, costituirono certo motivo di sgomento date le miserrime condizioni della casse lucchesi ampiamente depredate. Con fatica e prestiti si fece fronte alla necessità, il casato dei Fatinelli e quello dei Cenami contribuirono in maniera determinante e questa significativa data viene ricordata ancor oggi come uno dei momenti più salienti della nostra storia e l’inizio di quella preziosa e gelosa indipendenza lucchese durata quasi ininterrottamente fino alla fine del secolo diciottesimo e conclusa dall’avvento del ciclone napoleonico.
(a cura di Laurina Busti)
Per approfondire
AA.VV., Castruccio Castracani e il suo tempo, atti del convegno internazionale, Lucca 5-10 ottobre 1981, in Actum Luce aa. XIII-XIV,Lucca 1986.
AA.VV Il secolo di Castruccio. Fonti e documenti di storia lucchese, Catalogo di mostra, Lucca 1983.
Concioni G.- Ferri C.- Ghilarducci G. , Arte e pittura nel medioevo lucchese, Lucca 1994.
Green L., Castruccio Castracani. A study on the origins and character of a fourtheenty century Italian despotism Oxford, 1986
Green L., Lucca under many master a fourteenty-century Italian commune in crisis (1328-1342), Firenze 1995
Machiavelli N. La Vita di Castruccio Castracani da Lucca, Vienna 1969
Meek C.E., 1369-1400: Politcs and society in an early renaissance city-state, Oxford 1978.
Meek C.E., The commune of Lucca under pisan rule: 1342-1369. Cambridge 1980.
Paoli M., Arte e committenza privata a Lucca nel trecento e quattrocento, Lucca 1986.